Coronavirus, sono seicento gli italiani bloccati in Cina che chiedono di essere rimpatriati. La Farnesina al lavoro per cercare una soluzione ‘sicura’.
Il Coronavirus rischia di scatenare una crisi diplomatica oltre che sanitaria. Al momento sono seicento gli italiani bloccati in Cina, prigionieri dello stop al traffico aereo che nelle ultime ore ha infiammato i rapporti tra Pechino e Roma. Nella giornata del 7 febbraio la Cina aveva annunciato un accordo temporaneo per la riapertura del traffico aereo diretto tra i due paesi. Il ministro della Salute Speranza ha negato categoricamente la notizia facendo sapere che resta valida l’ordinanza del 31.12.2020, quando Giuseppe Conte annunciava la sospensione dei voli sulla tratta tra i due paesi.
Coronavirus, seicento italiani bloccati in Cina
L’Italia ha blindato i confini aerei ma ha lasciato in Cina seicento connazionali che si sono rivolti al governo chiedendo di poter tornare a casa. Quindi mentre Francia e Gran Bretagna, ad esempio, si rivolgono ai propri connazionali invitandoli a rientrare i patria, l’Italia non sa come recuperare i suoi cittadini confinati in una Cina messa in ginocchio dal coronavirus. O almeno, non sa come farlo con un criterio razionale e con un programma che possa consentire alle autorità di monitorare le condizioni di salute delle persone che chiedono di tornare in Italia.
La chiusura del traffico aereo disposta dall’Italia
Già, perché il provvedimento adottato dal governo italiano non mette il paese al sicuro dal contagio. Chi vuole tornare (o venire) in Italia può prendere un volo che faccia scalo in un altro paese e a quel punto, arrivato nel nostro paese, sarebbe sottoposto solo ai controlli di routine.
Gli italiani che vivono in cina sono circa undicimila, mentre seicento persone sono arrivati pianificando una permanenza breve. Per questi, come per cinquantasei rientrati da Wuhan, dovrebbe scattare la quarantena obbligatoria. Ma come recuperare gli italiani se vige ildivieto di volo tra l’Italia e la Cina?
Si pensa a voli ‘speciali’ per recuperare gli italiani in Cina
Per provare a risolvere il problema la Farnesina sta studiando un piano di rimpatrio attraverso voli speciali che possano riportare in Italia almeno le persone che si trovano in Cina in vacanza o per lavoro. Di fatto chi non è partito con l’intenzione di trasferirsi stabilmente nel paese.
Di fatto è scattata una vera e propria corsa contro il tempo. Con il trascorrere dei giorni aumentano le probabilità di contagio per i nostri connazionali che si trovano in Cina. Questi potrebbero decidere di partire alla volta del Vecchio Continente per poi dirigersi in italia con un volo europeo. In questo modo aggirerebbero i serrati controlli destinati a chi torna dal paese dove il coronavirus sta dilagando (la mappa del contagio in tempo reale).
Nove italiani rientrano con un volo britannico
Nella giornata del 9 febbraio nove cittadini italiani faranno ritorno in patria dalla Cina. Saranno trasportati a bordo di un aereo dell’aeronautica britannica e poi saranno prelevati nel Regno Unito da un volo italiano che atterrerà a Pratica di Mare. I nove passeranno il periodo di quarantena all’ospedale militare del Celio, a Roma. Tra gli italiani di ritorno c’è anche il 17enne che era stato bloccato in Cina a causa della febbre. Gli accertamenti medici hanno escluso il contagio da coronavirus.